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142 | xiii - la clemenza di tito |
Vitellia. Io!
Sesto. Sí.
Vitellia. Gelosa io sono,
se non soffro un disprezzo?
Sesto. E pure...
Vitellia. E pure
non hai cor d’acquistarmi.
Sesto. Io son...
Vitellia. Tu sei
sciolto d’ogni promessa. A me non manca
piú degno esecutor dell’odio mio.
Sesto. Sentimi!
Vitellia. Intesi assai.
Sesto. Férmati!
Vitellia. Addio.
Sesto. Ah, Vitellia! ah, mio nume!
non partir. Dove vai?
Perdonami, ti credo: io m’ingannai.
Tutto, tutto farò. Prescrivi, imponi,
regola i moti miei:
tu la mia sorte, il mio destin tu sei.
Vitellia. Prima che il sol tramonti,
voglio Tito svenato, e voglio...
SCENA II
Annio e detti.
Annio. Amico,
Cesare a sé ti chiama.
Vitellia. Ah! non perdete
questi brevi momenti. A Berenice
Tito gli usurpa.
Annio. Ingiustamente oltraggi,