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atto primo | 159 |
se penso ad ingannarti.
Vitellia. Dunque, corri! Che fai? perché non parti?
Sesto. Parto; ma tu, ben mio,
meco ritorna in pace.
Sarò qual piú ti piace;
quel che vorrai farò.
Guardami, e tutto obblio,
e a vendicarti io volo.
Di quello sguardo solo
io mi ricorderò. (parte)
SCENA XII
Vitellia, poi Publio.
questo volto non è. Basta a sedurti
gli amici almen, se ad invaghirti è poco.
Ti pentirai...
Publio. Tu qui, Vitellia? Ah! corri:
va Tito alle tue stanze.
Vitellia. Cesare! E a che mi cerca?
Publio. Ancor nol sai?
Sua consorte ti elesse.
Vitellia. Io non sopporto,
Publio, d’esser derisa.
Publio. Deriderti! Se andò Cesare istesso
a chiederne il tuo assenso.
Vitellia. E Servilia?
Publio. Servilia,
non so perché, rimane esclusa.
Vitellia. Ed io...
Publio. Tu sei la nostra Augusta. Ah! principessa,
andiam: Cesare attende.