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40 xi - olimpiade
piú sventure per me? No, questa sola

mi restava a provar. Chi mi consiglia?
che risolvo? che fo? Partir? sarebbe
crudeltá, tirannia. Restar? che giova?
forse ad esserle sposo? E ’l re ingannato,
e l’amico tradito, e la mia fede,
e l’onor mio lo soffrirebbe? Almeno
partiam piú tardi. Ah! che sarem di nuovo
a quest’orrido passo. Ora è pietade
l'esser crudele. Addio, mia vita: addio,
  (le prende la mano e la bacia)
mia perduta speranza. Il ciel ti renda
piú felice di me. Deh! conservate
questa bell’opra vostra, eterni dèi;
e i dí, ch’io perderò, donate a lei.
Licida!... Dov’è mai? Licida! (verso la scena)

SCENA X

Licida e detti.

Licida.   Intese

tutto Aristea?
Megacle.   Tutto. T’affretta, o prence:
soccorri la tua sposa. (in atto di partire)
Licida.   Aimè! che miro!
Che fu? (a Megacle)
Megacle.   Doglia improvvisa
le oppresse i sensi. (partendo come sopra)
Licida.   E tu mi lasci?
Megacle.   Io vado...
  (tornando indietro)
Deh! pensa ad Aristea. (partendo) (Che dirá mai
quando in sé tornerá? (si ferma) Tutte ho presenti,
tutte le smanie sue.) Licida, ah! senti.