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46 | xi - olimpiade |
barbari, a’ voti miei, dovunque ei sia
a viva forza il rapirò. Non temo
tutti i fulmini vostri: ho cor che basta
a ricalcar su l’orme
d’Ercole e di Teseo le vie di morte.
Alcandro. Olá! (Licida non l’ode)
Licida. Del guado estremo...
Alcandro. Olá!
Licida. Chi sei
tu, che audace interrompi
le smanie mie?
Alcandro. Regio ministro io sono.
Licida. Che vuole il re?
Alcandro. Che in vergognoso esiglio
quindi lungi tu vada. Il sol cadente
se in Elide ti lascia,
sei reo di morte.
Licida. A me tal cenno?
Alcandro. Impara
a mentir nome, a violar la fede,
a deludere i re.
Licida. Come! ed ardisci,
temerario...
Alcandro. Non piú. Principe, è questo
mio dover; l’ho adempito: adempi il resto. (parte)
SCENA XV
Licida solo.
il sen ti passerò... Folle! che dico?
che fo? con chi mi sdegno? Il reo son io:
io son lo scellerato. In queste vene