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ARGOMENTO

Regnando Demofoonte nella Chersoneso di Tracia, consultò l’oracolo d’Apollo, per intendere quando dovesse aver fine il crudel rito, giá dall’oracolo istesso prescritto, di sacrificare ogni anno una vergine innanzi al di lui simulacro; e n’ebbe in risposta:

Con voi del ciel si placherá lo sdegno,

quando noto a se stesso
fia l’innocente usurpator d’un regno.

Non potè il re comprenderne l’oscuro senso, ed, aspettando che il tempo lo rendesse piú chiaro, si dispose a compire intanto l’annuo sagrifizio, facendo estrarre a sorte dall’urna il nome della sventurata vergine che doveva esser la vittima. Matusio, uno de’ grandi del regno, pretese che Dircea, di cui credevasi padre, non corresse la sorte delle altre, producendo per ragione l’esempio del re medesimo, che, per non esporre le proprie figlie, le teneva lontane di Tracia. Irritato Demofoonte dalla temeritá di Matusio, ordina barbaramente che, senz’attendere il voto della fortuna, sia tratta al sagrifizio l’innocente Dircea.

Era questa giá moglie di Timante, creduto figlio ed erede di Demofoonte; ma occultavano con gran cura i consorti il loro pericoloso imeneo, per un’antica legge di quel regno, che condannava a morire qualunque suddita divenisse sposa del real successore. Demofoonte, a cui erano affatto ignote le segrete nozze di Timante con Dircea, avea destinato a lui per isposa la principessa Creusa, impegnando solennemente la propria fede col re di Frigia, padre di lei. Ed in esecuzione di sue promesse inviò il giovane Cherinto, altro suo figliuolo, a prendere e condurre in Tracia la sposa, richiamando intanto dal campo Timante, che, di