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84 xii - demofoonte


     ma trasportar mi sento

     fra le tempeste ancor;
          e da uno scoglio infido
     mentre salvar mi voglio,
     urto in un altro scoglio
     del primo assai peggior. (parte)

SCENA V

Porto di mare, festivamente adornato per l’arrivo della principessa di Frigia. Vista di molte navi, dalla piú magnifica delle quali, al suono di vari strumenti barbari, preceduti da numeroso corteggio, sbarcano a terra

Creusa e Cherinto.

Creusa. Ma che t’affanna, o prence?

perché mesto cosí? Pensi, sospiri,
taci, mi guardi, e, se a parlar t’astringo
con rimproveri amici,
molto a dir ti prepari, e nulla dici.
Dove andò quel sereno
allegro tuo sembiante? ove i festivi
detti ingegnosi? In Tracia tu non sei
qual eri in Frigia. Al talamo le spose
in sí lugubre aspetto
s’accompagnan fra voi? Per le mie nozze
qual augurio è mai questo?
Cherinto. Se nulla di funesto
presagisce il mio duol, tutto si sfoghi,
o bella principessa,
tutto sopra di me. Poco i miei mali
accresceran le stelle. Io de’ viventi
giá sono il piú infelice.
Creusa.   E questo arcano
non può svelarsi a me? Vaglion sí poco
il mio soccorso, i miei consigli?