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ATTO SECONDO

SCENA I

Tiridate e Mitrane.

Tiridate. Ma s’io stesso la vidi,

s’io stesso l’ascoltai! Ne ho viva ancora
l’idea sugli occhi; ancor la nota voce
mi risuona sul cor. Zenobia è in vita:
Mitrane, io non sognai.
Mitrane.   Signor, gli amanti
sognano ad occhi aperti. Anche il dolore
confonde i sensi e la ragion. Si vede
talor quel che non v’è: ciò che è presente
non si vede talor. L’alma per uso
l’idea, che la diletta, a sé dipinge;
e ognun quel che desia facil si finge.
Tiridate. Ah! seguita io l’avrei: ma quel vederla
giá risoluta a trapassarsi il petto
gelar mi fe’.
Mitrane.   Pensa alla tua grandezza,
o mio prence, per or. T’offron gli armeni
il vòto soglio, e chiedono in mercede
di Radamisto il capo. Occupa il tempo,
or che destra è Fortuna: i suoi favori
sai che durano istanti.
Tiridate.   In ogni loco
Radamisto si cerchi: il traditore