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PARTE PRIMA.

Pietro.


DD
Ove son! dove corro!

Chi regge i passi miei! dopo il mio fallo
Non ritrovo più pace,
Fuggo gli sguardi altrui, vorrei celarmi
Fino a me stesso. In mille affetti ondeggia
La confusa alma mia. Sento i rimorsi,
Ascolto la pietade: a’ miei desiri
Sprone è la speme, e la dubbiezza inciampo,
Di tema agghiaccio, e di vergogna avvampo.
Ogni augello, che ascolto
Accusator dell’incostanza mia
L’augel nunzio del dì parmi, che sia.
Ingratissimo Pietro!
Chi sa, se vive il tuo Signore? A caso
Gli ordini suoi non sovvertì natura.
Perchè langue, e si oscura
Fra le tenebre il Sole? A che la terra
Infida a i passi altrui trema, e vien meno?
E le rupi insensate aprono il seno?
Ah, che gelar mi sento.
Nulla so, bramo assai, tutto pavento.
Giacché mi tremi in seno,
Esci dagl’occhi almeno
Tutto disciolto in lagrime
Debole, ingrato cor.
Piangi, ma piangi tanto,
Che faccia fede il pianto
Del vero tuo dolor.                               Giacchè, ec.


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