re da artefici di disegno. Ci rappresenta la casa di lui in Venezia, posta nella contrada del Gassaro detta, Pietro Aretino scrivendogli così nell’anno 1538. (Lettere, Lib. II. p. 50. ed. Parigi 1609.): Simigliarei le camere, la sala, la loggia, ed il giardino della stanza che abitate ad una sposa che aspetta il parentado che dee venire a darle la mano: e ben debbo io farlo; sì è ella forbita e attapezzita e splendente. Io per me non ci vengo mai, che non tema di calpestarla coi piedi: cotanta è la delicatura de’ suoi pavimenti. Nè so qual Principe abbi sì ricchi letti, sì rari quadri, e sì reali abbigliamenti. Delle sculture non parlo; conciosiachè la Grecia terrebbe quasi il pregio della forma antica, se ella non si avesse lasciato privare delle reliquie delle sue scolture. Perchè sappiate, quando io era in Corte, stava in Roma, e non a Venezia; ma ora che io son qui, sto in Venezia ed a Roma. Del pennello di Girolamo da Trevigi il giovine, imitatore di Raffaello, molto l’Odoni si valse per adornare la sua abitazione; onde ebbe a scrivere di lui il Vasari (T. IV. p. 268.): In Vinegia ancora fece molte opere e particolarmente la facciata della casa d’Andrea Udone in fresco, e dentro nel cortile alcuni fregii di fanciulli, ed una stanza di sopra; le quali cose fece di colorito, e non di chiaro scuro, perchè a Venezia piace più il colorito, che altro. Nel mezzo di questa facciata è in una storia grande Giunone che vola con la luna in testa sopra certe nuvole dalle cosce in su, e con le braccia alte sopra la testa; una delle quali tiene un vaso, e l’altra una tazza. Vi fece similmente un Bacco grasso e rosso, e con un vaso, il quale rovescia, tenendo in braccio una Cerere che ha in mano molte spighe. Vi sono le Grazie e cinque putti che volando a basso le ricevono, per farne, come accennano, abbon-