Pagina:Michiel - Notizia d'opere di disegno, 1800.djvu/246

Da Wikisource.

219

li nella Descrizione del Levante del Pococke va intagliata in rame (Description of the East. London 1743. T. II p. 212. Tab. p. 97.). Altri di que’ monumenti ne’ libri a stampa di varii illustrati s’incontrano, specialmente di Stefano Vinando Pighìo, dello Spon, del P. Montfaucon, del Marchese Maffei, del Pococke, del Bocchi, del P. Paciaudi, del Winckelmann, e d’altri. Le scale e le stanze abbondano di stucchi d’ottimo gusto, e di pitture a fresco di Giovanni da Udine, di Francesco Salviati, e di altri primarii artefici. Un libricciuolo recentemente stampato di tutto ciò dà l’indicazione, ma leggiermente; di modo che muove maggiore curiosità di farne conoscenza.

Medaglie antiche il Patriarca n’ebbe in grandissima copia, e perciò da Enea Vico potè con ragione scriversi d’una medaglia di Cesare: Nummus hic, præter ceteros complures conspicuos, apud humanissimum liberalissimumque, & in omni genere veterum signorum ditissimum principem, Ioannem Grimanum Aquileiensem Patriarcham, tum doctrinæ, tum virtutis ac pietatis laude nemini secundum, habetur. (C. Iul. Cæsar. Numismata p. 38.). E di medaglie non solo, ma di altre antichità ancora quanto grande raccoglitore fosse, così altrove lo attesta: Ma il Reverendissimo Mons. Giovanni Grimani Patriarca d’Aquileia, Signor d’alto governo e di molta prudenza, e non meno illustre per le ottime e reali virtù sue, che chiaro per nobiltà di sangue e di dottrina sacra, tanto stupisce ogni dì più del valore degli antichi, che per riavere i frammenti dell’antichità che già furono del morto suo fratello Cardinale (Marino) diede tre mila scudi: delle quali la maggior copia fu di medaglie e di preziosi cammei di tanta rara e suprema bellezza, che per il Museo di questo magnanimo Signore si può largamente


giu-