li nella Descrizione del Levante del Pococke va intagliata in rame (Description of the East. London 1743. T. II p. 212. Tab. p. 97.). Altri di que’ monumenti ne’ libri a stampa di varii illustrati s’incontrano, specialmente di Stefano Vinando Pighìo, dello Spon, del P. Montfaucon, del Marchese Maffei, del Pococke, del Bocchi, del P. Paciaudi, del Winckelmann, e d’altri. Le scale e le stanze abbondano di stucchi d’ottimo gusto, e di pitture a fresco di Giovanni da Udine, di Francesco Salviati, e di altri primarii artefici. Un libricciuolo recentemente stampato di tutto ciò dà l’indicazione, ma leggiermente; di modo che muove maggiore curiosità di farne conoscenza.
Medaglie antiche il Patriarca n’ebbe in grandissima copia, e perciò da Enea Vico potè con ragione scriversi d’una medaglia di Cesare: Nummus hic, præter ceteros complures conspicuos, apud humanissimum liberalissimumque, & in omni genere veterum signorum ditissimum principem, Ioannem Grimanum Aquileiensem Patriarcham, tum doctrinæ, tum virtutis ac pietatis laude nemini secundum, habetur. (C. Iul. Cæsar. Numismata p. 38.). E di medaglie non solo, ma di altre antichità ancora quanto grande raccoglitore fosse, così altrove lo attesta: Ma il Reverendissimo Mons. Giovanni Grimani Patriarca d’Aquileia, Signor d’alto governo e di molta prudenza, e non meno illustre per le ottime e reali virtù sue, che chiaro per nobiltà di sangue e di dottrina sacra, tanto stupisce ogni dì più del valore degli antichi, che per riavere i frammenti dell’antichità che già furono del morto suo fratello Cardinale (Marino) diede tre mila scudi: delle quali la maggior copia fu di medaglie e di preziosi cammei di tanta rara e suprema bellezza, che per il Museo di questo magnanimo Signore si può largamente