Pagina:Milani - Risposta a Cattaneo, 1841.djvu/173

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tatti i manufatti dalla larghezza di otto metri a quella di sette. E questa è la prima considerazione.

II.

Quando io stava divisando di sostituire, a sostegno delle morse e delle guide di ferro, dei traversi di lastre di pietra viva ai traversi di legno, che ora per tutto si usano, non ho mai pensato di volere con una tale sostituzione migliorare il modo attuale di costruzione delle strade di ferro. Ho sempre creduto invece, e credo ancora, che i traversi di pietra viva, in luogo dei traversi di legno, renderebbero più rigido il sistema generale della strada, e quindi il transito un poco meno agevole che sulle strade a traversi di legno, ed il consumo delle macchine locomotive un poco più forte. Mirava soltanto con quella sostituzione ad ottenere una sensibile economia non tanto nelle spese di primitiva costruzione, ma in quelle di successiva manutenzione, riflettendo che la duraf a dei traversi di legno, considerati senza alcuna preparazione che valga a garantirli dalla putredine, non poteva aversi che per temporaria, mentre quella dei traversi di pietra viva potevasi ritenere perenne.

Per questo, in proposito di que’ due materiali e di que’ due modi di costruzione, ho fatto due studii comparativi, ho esteso due prospetti (di quelli distinti nel progetto col n.° Vili), uno pei traversi di pietra viva, 1’ altro pei traversi di legno di larice.

Ed ho dovuto, per rinvenire la differenza dei due valori nelle due ipotesi diverse, estendere compiutamente i due prospetti, e non limitarmi soltanto a confrontare nudamente tra loro i due prezzi d’ acquisto dei traversi di pietra viva e dei traversi di legno di larice, perchè da questo confronto nudo dei due prezzi d’acquisto non si può avere la differenza che si cerca, domandando’ ciascuno dei due materiali un particolar modo di collocamento nelle morse, e quindi una spesa diversa di mano d’ opera, e di acquisto del ferro.

Per le morse sui traversi di pietra viva bisogna intanto far per ciascuna due buchi nella pietra; e per renderle sulla pietra immobili occorrono due grosse spine di ferro con una testa da un lato ed una vite a maschio e femmina dall’ altra.

Per le morse sui traversi di legno di larice non occorrono che due chiodi di ferro battuto e di peso moderato.

Dunque, preferendosi i traversi di legno di larice ai traversi di pietra viva, si ottiene, per quanto risguarda il collocamento delle morse, una economia nel peso del ferro e nella spesa della mano d’ opera.

Ed ecco perchè, onde ritrovare la differenza di spesa tra le due qualità di materiali, e tra i due modi di costruzione, non bastò porre a petto tra loro i valori de 9 due materiali, ma occorse stendere per disleso due prospetti Vili.

Fu appunto nella compilazione del prospetto Vili, relativo all’ipotesi del collocamento dei traversi di pietra viva, che mi corse Terrore che ho di sopra accennato.

Questo errore mi diede per risultato, nel confronto dei due prospetti, che collocandosi dei traversi di pietra viva in luogo dei traversi di legno di larice, oltre i vantaggi da cogliersi nella manutenzione, si avrebbe ancora nelle spese di costruzione e sulla somma totale delle due linee una economia di lire 120,339.

Mi sono dunque deciso pei traversi di pietra viva, e dei due prospetti comparativi ho dunque introdotto nel progetto quello che contempla i traversi di lastre di pietra viva in luogo di quello che li suppone di legno di larice.

Se quell’ errore non mi fosse corso, il confronto dei due prospetti mi avrebbe dimostrato che, posta la lunghezza dei traversi di pietra viva di metri 2, 60, la loro larghezza di metri 0, 30, ed il valore di un metro quadrato di pietra viva grossa nove centimetri, Google