Pagina:Milani - Risposta a Cattaneo, 1841.djvu/234

Da Wikisource.
xcii

a sinistra del Mincio, nel crocicchio chiamato le sei vie. Ivi mira a Verona e vi corre vicina, per quanto può, passando il fiume Tione nel luogo ove rade l’ angolo sud-est del fabbricato di Villafranca.

Questo rettilineo dalle sei vie a Verona ha termine proprio alla Roveggia. Là ne muove un altro che tocca Tombetta, passa l’Adige presso il fabbricato Buri, detto Cà di Mazzé, e continua sino a Villanuova, tenendosi sopra i terreni più asciutti, ed evitando da un lato i colli di Caldiero, dall’ altro le valli.

Il passo d’Agide a Cà di Mazzé è il più vicino possibile alla città di Verona, ove non si voglia, incautamente, o passare il fiume tre volte, o gettarsi tra le angustie di S. Michele, e i bassi fondi di S. Pancrazio.

Da Villanuova va a Locar a, e da Locara ai Crestani presso Altavilla, cambiando una sola volta di direzione, avvicinandosi, sopra Montebello, al gomito della strada postale, varcando il Guà ed evitando il Chiampo.

Segue poscia attigua alla destra della strada postale, e guarda in cammino Vicenza dal Campo Marzio, indi la passa a sud sopra l’unghia dei colli Berici, e. sotto l’ultima onda di essi, a seconda del volere delle pendenze ancora ignoto.

Vinto il Bacchiglione, a non grande distanza dalla porta di Monte, continua sino a Camasino, da dove volge per Padova, mettendo capo alla porta di Codalunga. Di là a Mestre, passando il Brenta, poco a nord del villaggio detto ponte di Brenta, poi a Marghera.

A Marghera s’accosta al forte, e postasi sotto la protezione di esso e delle batterie di S.

Giuliano e di S. Secondo, va dritta pel cammino più breve alla regina dell’ Adriatico, all’ antica e veneranda Venezia, ponendo 1’ ultimo passo sulle rive incantevoli del canal grande in faccia alla chiesa di S. Simeone Piccolo.

Muove quindi dalle due, e giugne alle due capitali del regno, saluta in cammino quattro città popolose e molti ricchi villaggi. Corre sopra un terreno fertile e coltivatissimo, si offre comoda a due milioni d’ uomini, a molte industrie, a molti commerci.

Bergamo, e le ridenti rive del lago di Garda rimangon fuori, e me ne duole assai per 1 ? amenità dei luoghi, per la fertilità del suolo, per le ricche miniere, per le industrie ma 1’ andare a Bergamo allungherebbe soverchiamente il cammino ed obbligherebbe a salir molto per iscendere poscia, e nessun varco facile, od almeno di spesa proporzionata alle utilità che promette, si apre tra le colline del lago.

Bergamo si può unire alla via principale con un braccio di strada di ferro da Ber» gamo a Treviglio, radendo i grossi paesi di Stezza.no Verdello, Arcelli. Forte sarebbe la pendenza da Bergamo a Treviglio; ma lo scapito che si potrebbe temere da questa, non apparisce assai grave, se si ri/letta, che sarebbe nel senso del maggior numero e del maggior peso de 9 trasporti.

Anche Desenzano potrebbesi avvicinare alla strada di ferro aprendo, tra Desenzano e Castiglione, una strada comune od una strada di ferro, a seconda dell’ utilità che sarà per promettere, ed il dispendio che sarà per esigere, attraverso le alture di que’ grossi paesi, e nella valle che si apre ad ovest del doppio ordine di colline che circondano, quasi arco di cerchio, le rive meridionali del lago.

Se dopo compiuto lo studio ed ogni esame, V additato andamento si potrà definiti» vamente seguire, i rettilinei saranno diciotto, le curve di riunione sedici, del raggio dai 12000 ai 1700 metri, meno una che lo avrà di circa 1000 metri. Le stazioni saranno dodici, due principali a Venezia ed a Milano, e dieci secondarie:

a Treviglio pel crocicchio della strada di Bergamo, di Crema, di Lodi, Google