Pagina:Milani - Risposta a Cattaneo, 1841.djvu/83

Da Wikisource.

73

235.° Questo è ben ultro che essermi rifiutato di difendere, cogli studii del terreno, la proprietà sociale, il che, come già dissi, è tanto lontano dal vero, che mi sarebbe stato impossibile il rifiutarmi, perchè non mi fu mai ordinato di difenderla.

Lo ha detto anche lo stesso dottore Cattaneo (paragrafo 216), contraddicendo alla pagina 52 della di lui Rivista quello che aveva detto alla pagina 51. E per verità gli sarebbe stato difficile tener dritto in quella menzogna se egli, come segretario della sezione lombarda, conosceva e conosce benissimo il rapporto N. 244, 14 maggio 1838, diretto dalla sezione veneta alla sezione lombarda, in cui si legge:

«Si deve poi pregare codesti onorevoli colleghi, che venga risparmiata alla scrivente qualunque anche indiretta espressione che tendesse ad addossarle una risponsabilità, pel fatto vero supposto, che il signor Putzer abbia ottenuto privilegio pel tronco di strada da Milano a Monza, accagionandone il dissenso manifestato da questa sezione acri ciò che fossero intrapresi gli studii di quel tronco, a preferenza di quelli già incamminati per la linea maestra.

Ripeteremo su questo proposito quanto si ebbe l’onore di accennare colla nota N. 235, che cioè:

a) Il diritto di preferenza al privilegio per quel tronco di strada doveva dipendere dalla priorità della regolare domanda, e non fondarsi sopra il progetto fatto prima dopo.

b) Che in ogni modo non si avrebbe potuto presentare il progetto di un tronco qualunque staccato, giacché e il sovrano rescritto, e le auliche istruzioni chiamano la produzione dell’intero progetto, e ciò non senza ragione, perchè il progetto di un tronco staccato non può offrire alla superiorità bastante criterio per bilanciare la competenza o meno della linea nei suoi rapporti economici, politici e strategici; e tanto meno poi si era autorizzati a presentare isolatamente un progetto da Milano a Monza, mentre il governo abilita e commette unicamente la redazione di un progetto da Venezia a Milano.

c) Che la Direzione ha esaurito a quanto le incombeva per tutelare il miglior utile dei suoi amministrati, tentando ogni mezzo che era in suo potere, onde far valere presso la superiorità il diritto di preferenza pel tronco da Milano a Monza.

d) Che la Direzione avrebbe oltrepassato il suo mandato, anzi si può dire abusato del suo mandato, commettendo la verificazione degli studii di quel tronco di strada a pregiudizio della sollecitudine colla quale importa immensamente, sotto molti riguardi, che sia condotto a compimento il grande progetto».

236.° Tutti i fatti superiormente esposti, notissimi al dottore Cattaneo, non bastarono per frenarlo dallo scrivere:

Che io mi era rifiutato di difendere cogli studii la proprietà sociale, perchè aveva tesi i miei fili sulla carta, e non voleva spender pensieri fuori di quella sacra lista.

E che aveva lasciato, per incuria, cader in altre mani il braccio di Monza.

Tanto è forte in lui l’abitudine di gridar la menzogna calpestando la verità!

237.° I primi studii del terreno e della linea dai colli del lago di Garda alla città di Milano, e per la diramazione di Bergamo, furono da me eseguiti dal 12 ottobre 1837 al 24 novembre 1837; ed anzi fui proprio in Bergamo il giorno 18 ottobre e la notte del 19.

La conferenza tra la deputazione dei signori Bergamaschi, che chiedeva che si sviasse la linea principale da Treviglio e Chiari, e che la si conducesse per Bergamo, e la sezione lombarda della Direzione, presente anche il di lei segretario dottore Cattaneo, ebbe luogo in Milano la sera del 28 novembre 1837.

Fu in quella conferenza che io dichiarai alla Commissione dei signori Bergamaschi: