Pagina:Misteri di polizia - Niceforo, 1890.djvu/233

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„Relativameute all’introduzione nel Granducato per la parte di Livorno ed alla abbondanza della diffusione della pessima opera: L’Assedio di Firenze, il sottoscritto crede conveniente di scrivere al Governatore di Livorno, perchè fosse data a lui la primordiale istruzione per la direzione da darsi colà all’affare, riservandosi a completarla allorchè la regia Censura abbia rimesso il suo voto sull’opera; e nel contempo s’è scritto alle autorità provinciali e di sede di negozi librari perchè facciano procedere al deposito degli esemplari di tale libro. A Firenze ne sono stati raccolti una cinquantina, ma risulta che già n’era stato fatto uno smercio copioso in dettaglio a molti particolari. Essendo certo, salvo il più preciso giudizio della regia censura, che l’opera è eminentemente sovversiva, il sottoscritto ha già ordinato che sia formalmente proceduto in via economica contro gl’introduttori dall’estero in Toscana, e credo che possa convenire di fare altrettanto verso i venditori all’interno, operazioni ugualmente proposte dalla legge 28 marzo 1743.„

Il 1 ottobre dello stesso anno scriveva al Granduca: „Il padre M. Bernardini, regio censore, ha già rimesso il suo voto sopra i due primi tomi dell’Opera: L’Assedio di Firenze. Il giudizio del censore giustifica che non sia stato erroneo il giudizio pubblico sull’indole di questa pessima pubblicazione.„

E il 4 dello stesso ottobre: „Avendo il regio censore rimesso l’intiero suo voto sull’opera: L’Assedio di Firenze qualificandola pessima e pericolosissima nel doppio rapporto religioso e politico, verrà inviato al Governatore di Livorno perchè sia unito agli atti contro gl’introduttori e venditori dell’opera.„

Benchè il nome dell’autore del romanzo non fosse un mistero per alcuno, anzi corresse per le bocche di tutti, pure alla Polizia mancavano le prove che il libro incriminato fosse opera del Guerrazzi. Come si vede, i poliziotti toscani erano coscienziosi, ed è divertente ed interessante a un tempo il tener dietro, negli atti del Buon Governo, agli sforzi e agli studi fatti e tentati da quella brava gente per