Pagina:Misteri di polizia - Niceforo, 1890.djvu/30

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del tristissimo Ciantelli. Il Buon Governo era allora sulle tracce d’una certa cospirazioncella messa su con meschinità di mezzi da un prete napolitano, don Gerardo Marchese, un proscritto del 1821. Si sospettò che don Gerardo avesse attirato nella cospirazione un ufficiale dell’esercito, e la Polizia, per conoscerne il nome, ricorse a un vecchio espediente. Un certo Berlingozzi, creatura dell’Arcivescovo, fingendosi liberale e mangiatore di preti e di birri, seppe procurarsi l’amicizia e con questa la fiducia del prete; e così il presidente del Buon Governo potè conoscere che l’ufficiale era un certo Mazzinghi, dei Cacciatori.

La parte odiosissima rappresentata da monsignor M...... in questo brutto negozio si rileva dal carteggio riservatissimo che egli ebbe col Ciantelli. In una lettera del 17 gennaio, l’Arcivescovo scriveva: „La prevengo che il Berlingozzi desidera aver domani mattina un abboccamento con V. S. Ill.ma avendo fatte nuove scoperte e alle ore 10 1/2 si recherà da me per saper la di lei risposta, e spero sarò in grado di nominarle l’ufficiale associato al complotto liberale.„ — Lo stesso giorno, lo zelante Arcivescovo, con un’altra lettera diretta al Ciantelli, annunziava che il Berlingozzi gli aveva svelato il nome dell’uffiziale, Giovanni Mazzinghi, dei Cacciatori. Infine, due giorni dopo, spediva la seguente lettera da noi fedelmente copiata dall’autografo: — „Il Berlingozzi si è ritrovato col tenente Mazzinghi che gli ha confidato d’aver scritto questa mattina al generale (Casanuova) per ottenere la gita per Livorno..... In sua casa, ove è stato questa mattina per seguitare la scoperta, ha veduto delle carte e stampe incendiarie, una delle quali copiava il detto tenente. Ha scritto anche il Mazzinghi a un marchese di cui non si ricorda il nome, ma gli pare Bartolommei, che ha detto essere del loro partito ed ha consegnato la lettera al Sieni, garzone del verniciaio di Porta Rossa. Sarebbe poi a mio credere necessario esaminare sollecitamente Angelo Tassinari, garzone nella bottega del parrucchiere in via dei Banchi, il quale è a cognizione di molte cose che ha confidate al canonico Rutilensi. Dubita il Berlingozzi

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