Pagina:Misteri di polizia - Niceforo, 1890.djvu/81

Da Wikisource.
68

Benevento e I Bianchi e i Neri; quindi ho dovuto dargli questa lettera perchè vi vuole ad ogni costo vedere.

„Ho veduto il manifesto di Zanobetti per le opere di Byron, ed anche senza il vostro nome che reca pel primo, riconobbi il vostro stile all’energia delle espressioni e alla profondità, dei concetti. Nelle nuove idee che dirigono oggi la letteratura, una traduzione intera di Byron è necessaria all’Italia, come lo è una traduzione di Shakespeare ad una di Goëthe, non fosse altro per far vedere ai nostri che vi hanno altre vie, oltre quelle del vecchio Aristotele, e che ogni secolo svolge una piega del cuore umano.

„Mi vien detto che voi vi occupiate d’un progetto di giornale a Livorno. Sarebbe ottima cosa, perchè i giornali, i drammi e i romanzi sono i tre generi più popolari di letteratura che io conosca. Dovreste voi restringervi con me al silenzio nelle vostre idee letterarie come vi restringeste sinora al silenzio sopra altre mie richieste importantissime? Scrivete molto pel bene d’Italia.„

Il penultimo periodo della lettera del Mazzini lascia chiaramente indovinare come lo scrittore genovese non si limitasse nelle sue lettere al Guerrazzi a parlare di letteratura, e come il nuovo culto di Shakespeare, di Byron e di Goëthe, allora introdotto nella penisola colla scuola romantica, non gli facesse obliare la patria — quella patria a cui egli doveva consacrare tutto sè stesso nei lunghi, dolorosi ed agitati anni dell’esilio. Ma il Guerrazzi non pare che nelle sue lettere fosse molto espansivo nelle cose non strettamente attinenti alle lettere, non reputando forse cosa savia l’affidare a un pezzo di carta i più scapigliati progetti di congiure e di sommosse. Il dottore in legge, nella sua persona, oltre il letterato e il tribuno, non c’era forse per nulla, senza tener conto che nelle opere di Niccolò Machiavelli, ch’egli studiava con cura amorosa, qualche cosa per fermo aveva dovuto imparare. E difatti, quando la polizia dell’odiato e temuto Ciantelli, nel giugno del 1832, in seguito ad una denunzia, gli perquisì le carte, delle lettere del Mazzini non rinvenne