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8 Mitologia comparata.

che nella mitologia greca si figura principale autore della creazione del mondo. Nella mitologia vedica Dyaus, il cielo nella sua qualità di luminoso, appare sposo di Pr’ithivî propriamenta la larga, appellativo che in origine si riferì alla volta del cielo. Dyaus lo splendore penetra la larga volta del cielo e la ravviva. Così il cielo si anima e si popola.

Ma la Pr’ithivî che, in antico, figurò la larga volta celeste, passò quindi a rappresentare specialmente l’ampia terra. Avvenuta questa ipostasi, la creazione divina primigenia non si fa solamente più nel cielo fra il luminoso e la larga, ma fra il cielo figurato come fecondatore e la terra fecondata dalle rugiade e dalle pioggie celesti. Il cielo Dyu Dyaus, nella sua qualità di fecondatore prende, specialmente, negli inni vedici, il nome di Parg’anya, col quale fu già paragonato il Giove slavo Perkun, Perun. La parola parg’anya vale propriamente la nuvola tonante e pluvia, la nuvola tempestosa; poi figurò il Dio della pioggia e della tempesta. La Pr’ithivî celeste, ossia la larga volta del cielo, e la Pr’ithivî terrestre ossia l’ampia terra, sono spose del pari del Diu-Parg’anya ossia del luminoso pluvio fecondatore. Un inno vedico dice precisamente che, per mezzo del Dio Parg’anya, il cielo si riempie e la terra si feconda. Talora di Dyu-Parg’anya si fanno due persone distinte, dello quali Dyu il cielo luminoso appare il padre e Parg’anya il cielo pluvio è detto figlio; il che vuol dire, in somma, che dal cielo sereno si forma il cielo pluvio. Dyu adunque che ha un figlio celeste deve puro necessariamente avere