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30 Mitologia comparata.

condo la leggenda cosmogonica indiana, concorsero in proporzione uguale i Demonî e gli Dei. Qual’è il senso di questa duplice leggenda? Che cosa vuol dire la nozione del concorso degli Dei e de’ Demonî che lavorano per produrre l’ambrosia e si combattono quindi per possederla? Il senso è questo solo. Dal caos uscirono la luce e le tenebre. Le forme luminose furono rappresentate dagli Dei, le forme tenebrose dai Demonî. Il cielo essendo occupato ora dalla luce ora dalla tenebra, s’immaginò che Dei e Demonî, dopo averlo insieme creato, combattessero pel suo possesso, ossia per il possesso dell’acqua luminosa, dell’acqua della immortalità. Le grandi battaglie epiche hanno tutte per loro principal fondamento questo concetto mitico, essenziale a tutta la mitologia indo-europea. Ciascuno di voi intende ora la ragione principale del culto consacrato alle acque. Le acque luminose sono pure acque generatrici e rigeneratrici; attraversando le acque celesti, si trova l’immortalità. Quindi pure, per reminiscenza di que’ miti celesti, il culto prestato a certi fiumi terrestri, al Lete, per esempio, nelle onde del quale le anime de’ trapassati dovevano ritrovare l’oblio; l’uso di molti indiani malati o moribondi di gettarsi nel Gange, con la speranza di esser condotti più presto per quella via acquosa al regno de’ beati, l’uso pure indiano di comporre il rogo funebre in vicinanza d’un’acqua corrente, anzi, se si può, d’un confluente con la speranza di accompagnar meglio l’anima del morto in paradiso, ossia alla sede di Brahman, e la pratica superstiziosa tuttora vigente in alcuni