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Il sole, la luna, le stelle. 83

cappelli d’oro. Anche gli altri particolari della novellina boema mi sembrano tutti mitologici e riferirsi alle vicende del sole che scompare in occidente, che viaggia la notte e risorge al mattino con l’aurora, la bella figlia del re che ama il giovine sole e gli insegna il modo di ritrovare i cappelli d’oro, ossia di ricomparire egli stesso nel mattino coi cappelli d’oro che si suppongono rapiti al vecchio, al nonno Vsieveda. Per arrivare alla dimora di Vsieveda o Satutto, il giovine eroe dove attraversare un’acqua misteriosa, piena anch’essa di pericoli, quell’acqua stessa che percorre Ercole al suo ritorno dall’orto delle Esperidi, o dal giardino delle fate dal quale il giovine eroe suol rapire le tre mele d’oro o le tre melarancie. Certo il pastore boemo che racconta oggi la novellina del nonno Vsieveda o Satutto dai capelli d’oro, non sa più e non si cura sapere che quel nonno era una volta, ch’egli era ancora, per i poeti vedici, il sole onnisapiente dai capelli d’oro. Ma non è cosa indifferente per noi il conoscere il senso riposto di tutta quella fantastica letteratura popolare così cara ai fanciulli, così piena di fascino misterioso, e dichiararci quel curioso mistero.

Una delle più popolari tra queste novelline, è, senza dubbio, quella della Cenerentola, che ha poi tante varianti singolari e fantastiche nella letteratura popolare. La fanciulla perseguitata ora appare mal vestita con abiti scuri che la cenere ha coperti; ora si nasconde sotto una pelle d’asino; ora in una veste di legno e cammina in essa come una trottola; ora si nasconde in una