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Pagina:Monete inedite dell'Italia antica.djvu/23

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Questa rara ed inedita medaglia è nel museo Santangelo.


URSENTUM in LUCANIA


T. giovanile imberbe coronata di edera a d.

Rov. ΟΡΣΑΝΤΙΝΩΝ. Figura mulibre a s. avente nella d, una face, nell’area il ferro d’una lancia, br. 4, tav. III, n. 1.

Le monete degli Ursentini (plin., l. III, c. 15), perchè molto rare, non trovansi di perfetta conservazione, che in poche raccolte. Dopo quella pubblicata dal Pellerin (Supplem. II, tav. I, n. 9), di niun altra ne fu dato il disegno, sebbene il Carelli ne avesse già posseduta una, che passò poi in Parigi; questa che io qui pubblico è del museo Santangelo, non mai abbastanza lodato per la bellezza e la copia de’ monumenti.

Il ch. Millingen (Consid. p. 94), che ha recentemente dubitalo della lezione ΟΡΣΑΝΤΙΝΩΝ, ed ha esitato accordare a questa moneta il carattere di monumento istorico1, riconoscerà senza dubbio in quella del museo Santangelo una conferma alla comune opinione de’ nummografì, i quali d’ac-

    nella stessa raccolta molti di quelli con t. virile barbata e galeata, ΚΩΣ ed il fulmine nel riverso, di cui è ricco in conservatissimi duplicati il museo Santangelo. Sembra quindi che ad una medesima città debban spettare queste monete, che come ha ultimamente osservato il ch. Millingen (Consid. p. 846), è assai probabile esser possa Consentia. Or quest’attribuzione sembrerà tanto più vera, se si ponga mente, che la t. del fiume ne indica una città posta su quello, o poco lontano; circostanza ch’esclude in ogni modo Consilinum, borgo romano non bagnato da acque, e che può bene spettare a Consentici fabbricata sul Crati e da esso divisa in due parti.

    Il Crati dalla bionda chioma (euripid., Troad. v. 227) è celebrato da’ poeti greci e latini, né alcuno v’è tra essi, che cantando l’Italia non ne rimembri le onde dorate, che al pari del Sibari,

    Electro similes faciunt auro capillos

    (ovid., Met. l. XV, v. 316).


    I geografi ne descrivono poi la salubrità delle acque, tra’ quali lungamente Plinio (l. III, c. 15; 1. XXXI, c. 9-10; 1. XXXVII, c. 11), e Strabone (tom. I, 1. VI, p. 404).

  1. Tra le novelle opinioni del ch. Millingen vi ha quella di togliere a Marcina la moneta comunemente attribuitele (Consid. p. 195), e pubblicata la prima volta dal ch. Avellino (Opusc. tom. III, p. 93), restituendola ad Arpi o Salapia nella Daunia, non per altra ragione, che per non averne giammai vedute. L’epigrafe sannitica però di quelle monete & indubitatamente MAKRIIS ret., e può consultarsi in varii conosciuti esemplari.