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alleata di Taranto e di Locri. Poiché essendo questa terribile vittoria la prima riportata dai popoli federati, i quali pellere caeteros Graecos Italia statuerunt (iustin., l. XX, c. 2), è probabile che i Sibariti volendo celebrarne la memoria, l’abbiano espressa nelle loro monete.

LARINVM in FRENT.


ΛΑΡΙΝΩΝ. T. di Apollo laureata a s.

Rov. Toro a volto umano a d. coronato dalla vittoria, br. 4, tav. III, n. 7.

Questo esemplare pervenuto al Museo Borbonico da quello del Duca di Noja, è lo stesso riferito dall’Ignarra (De Palaestr. Neap. p. 257). L’insolita rappresentanza del bue androposopo, e lo stile più severo di quello delle medaglie con la nota leggenda LADINOD, ne additano un’epoca alquanto anteriore; accordando l’epigrafe greca maggior probabilità alla conghiettura del ch. Cavedoni, il quale credette il tipo del delfino allusivo al nome grecizzante di quel popolo (Spic. num. p. 13).

Altra medaglia inedita della stessa città è nel Museo Santangelo, ed ha in un lato la t. di Pallade galeata a d. nel rovescio un fulmine e sopra LADINO.

THURIUM in LUCANIA.


T. di Ercole coperta della pelle del leone a d.

Rov. ΘΟΥ. Mezzo bue a d. e ΣΩ, br. 1, tav. III, n. 8.

È frequente in monete di Turio il magistrato ΣΩγενες che leggesi per intero in quelle di Taranto: ma in queste ultime trovasi spesso unito co’ due ΑΡΙΣτιων e ΦΙλων, come nella medaglia di bronzo ove sotto il bue è l’epigrafe ΑΡΙΣΣΩΦΙ (eckhel, D. N. V. tom. I, p. 164).