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MONETE INEDITE




CUMA in CAMPANIA.


Testa barbata e galeata rivolta a dritta.

Rov. ΚΥ. Conchiglia, arg. 2, tav. I, n. 1.

Diversa dalle altre finora pubblicate, ha questa monetina la testa barbata di Marte in luogo di quella di Pallade, che appare altrove con sembianze di stile primitivo (millingen, Médailles grecq. inéd. p. 3, tav. I, n. 2). Un luogo però dello pseudo Orfeo, che dice esser Pallade uomo e donna1,

Ἄρσην μὲν, καὶ δῆλυς ἔφυς. . . .
(Hymn. v. 10),

spiega perchè questo tipo accenni pure all’origine euboica, che i miti e le tradizioni accordarono alla nostra Cuma, la prima e la più antica città greca d’Italia (strabo, l. V, tom. I, p. 372, ed. Wolters; liv., l. VIII, c. 22).

Sono i simboli aggiunti ne’ didrammi cumani allusivi:

1. alla posizione marittima della città, ed alle rinomate produzioni di quel mare;

  1. Ne’ più antichi monumenti dell’arte le statue di Pallade son prive ne’ contorni del corpo di quella grazia, che accompagnar dovrebbe la vergine figliuola di Giove. Il petto, le anche e le gambe sembrano modellate su d’un corpo maschile (muller, Archaeol. §. 374), e talvolta, come in un inedito vaso cumano, il solo color bianco di che son tinte le parti nude, ne distingue il sesso. Un tal carattere, sebben sembri poco convenire ad una bellezza celeste, era però essenziale nella personificazione del legame ch’è fra il corpo e lo spirito, e perciò compendio meraviglioso della luce e della vita. Rivestita delle forme le più avvenenti e delle grazie di Afrodite, la glauca diva concorre nella contesa di Paride; ma affetto diversa dalle rimanenti dee dell’Olimpo, la sua verginità è al disopra di tutte le umane debolezze, ed ella è troppo uomo per abbandonarsi nelle braccia di un altro.