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rona ducale o principesca coi necessari ornamenti, a condizione, che non fossero gigli, e l’iscrizione Sanctae sit Triadi laus, erano solamente concessi. Riservavasi però la Principessa la facoltà di cambiare il conio, quando più le talentasse.

Stragrande numero di Luigini battè Onorato Bleuet. Una lettera del Commissario di Loano Pietro Battista Arduini (V. docum. XI) affermava al Principe Giovanni Andrea III, che dal 16 febbraio 1665 al 2 aprile 1669 furono coniati Luigini per il valore di settecento cinquanta ad ottocento mila pezzi da otto reali. Né dee recar meraviglia, che sì scarso numero di tali monete ora trovisi, dopo le molte che vennero coniate, ove richiaminsi alla memoria le molte gride, che in ogni parte d’Italia le proibivano, gli ordini e le pene severissime contro coloro che osavano detenerle, e gli uffici pubblici stabiliti per distruggerle.

Il contratto di Onorato Bleuet aveva termine col 1667, ma fu prorogato per altri tre anni il 12 gennaio 1668; ed egli obbligavasi a pagare l’annua pigione di pezzi millecinquecento da otto reali di tre in tre mesi. Il 14 dello stesso mese ed anno gli veniva concesso di ridurre a sette carati la bontà dei Luigini.

Non sappiamo sin a qual epoca il Bleuet la durasse in Loano; ma certo egli è, che un cotale Monsieur Salinhac nell’anno 1672, per mezzo del Commissario di quella terra, chiedeva al Principe facoltà di riaprire la