Pagina:Moneti - Cortona convertita, 1797.djvu/4

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ii

incominciamento dei Poemetti presenti, fa di mestieri avvertire tutti quegli, ch’avranno sotto gli occhi questo Libro, a desistere da ogni stupore, allorchè s’appresenterà ai primi loro sguardi la compendiosa Storia del Moneti nella Latina Lingua: e non in quel medesimo Idioma, con cui furono prodotte le Operette seguenti dal talento vivace del celebrato Versificatore. Molte sarebbero le ragioni, che a ciò deliberare ed eseguire ci potevano aver indotto: Ma tralasciando di riferire tutte l’altre, come se fossero di leggier conto, una sola per noi fu la più poderosa, e la più confacente alla dignità di quest’intrapresa.

Non si può negare, che la Lingua del Lazio (quantunque Lingua morta ai nostri Secoli di lunghissima mano) aver non si debba in gran pregio, allorquando scritta venga ad imitazione degli Scrittori del Secol d’oro, e nei tempi d’Augusto; ne tanpoco sarà mai accordato, senza taccia di pretta falsità ad alcuno lo spacciare, che questa per maestà, per dolcezza, per energia, e per altri illustri suoi meriti sia di posporsi il nostro volgare; o vantar non possa all’opposito molte incomparabili doti, che nell’Italiana Favella non si ravvisano nei più purgati nostri Prosatori.