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Il clima sulle Alpi ha mutato in epoca storica?

Introduzione

L’ardua questione era già stata trattata dal Venetz [92] fin dal principio del secolo scorso e risolta in senso affermativo sulla base di numerosi elementi da lui raccolti e che comproverebbero — per usare le parole del Venetz — «que la temperature s’élève et s’abbaise périodiquement».

Da allora, si è avuta al riguardo una larga letteratura con l’appoggio di nuovi documenti e prove di vario genere ma in prevalenza basata sui dati rilevati dalle vecchie «Cronache», alle quali, per quanto siano state giustamente valorizzate, venne forse talora attribuita una importanza maggiore al loro reale valore intrinseco, senza l’appoggio di altri elementi più concreti.

E così mentre da un lato si credette senz’altro di poter ritenere che le masse glaciali abbiano realmente avuto in passato una minore estensione perchè così affermavano le vecchie tradizioni, dall’altra si ebbe la severa critica scientifica di alcuni studiosi, di cui la più autorevole quella del Richter [72], che negò a queste tradizioni qualsiasi fondamento di verità.

Pochi anni or sono il Kinzl [56], in un poderoso quanto pregevole studio dedicato allo sviluppo postdauniano dei ghiacciai alpini, ha riassunto e sottoposto ad un ponderato esame critico tutti i vari elementi finora noti; il riguardo, venendo alla conclusione che i grandi sviluppi delle masse glaciali del XVII secolo e della prima metà del secolo scorso furono i maggiori che si siano criticati in epoca storica.

Nello studio di questo grave problema delle variazioni del clima sulle Alpi mi sembra che non si sia tenuto abbastanza nel debito conto di alcuni elementi sussidiari, come ad esempio degli antichi canali d’irrigazione ed in modo particolare del limite superiore del bosco: una prova dell’abbandono di quelli e dell’abbassamento di questo per cause non antropogeografiche deve indubbiamente considerarsi come corrispondente ad una variazione climatica.

Alcuni fortunati ritrovamenti di alberi di alto fusto o dei relativi ceppi fatti di recente in Svizzera e sul nostro versante delle Alpi e che come si vedrà si ha ragione di ritenere che siano cresciuti in località più elevate all’attuale limite superiore del bosco, m’hanno indotto a riprendere l’argomento.