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PREFAZIONE



ALLA immaginazione di chi ode pronunziare il nome di Abruzzo, parola che suona all'orecchio aspra e strana piuttosto che armoniosa e gentile, subito si mette innanzi il quadro di un paese di bellezza singolare, fiera e maestosa. Nè in ciò punto si sbaglia. Colà, stringendo all'italica terra più fortemente le sue catene, l’Appennino forma il maggiore gruppo centrale, ergendo altissimi monti, il Gran Sasso, il Majella, il Velino ed altri, i cui capi superbi sempiterna neve ricopre. Ivi tu vedi laberinti impervii di vallee frastagliate, per cui scorrono precipitosi rivi e fiumi cercando il mare; e giù a basso le onde dell’Adriatico bagnano lidi, ora tristi ed insalubri, ora ridenti ed ubertosi. Tu ammiri poi altipiani magnifici e pianure ricche da pascolo e da semenza, e colline coronate di rocche e città antichissime, di parecchie delle quali l’origine si nasconde nelle tenebre del mito, e tutte sono sedi di popoli forti ed operosi.