Pagina:Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi V1.pdf/28

Da Wikisource.

— XXII —

nistri del Duca Spoletano. La legge di quella nazione si sostituì alla romana, cessarono dappertutto le costituzioni municipali antiche. La civiltà latina trovò l'unico riparo suo entro i Conventi de’ Benedettini e ne’Vescovadi. Gli stessi Longobardi poi, abjurata la fede ariana, trasmutaronsi in zelanti cattolici, innalzando pietosamente basiliche e conventi. Allorché Carlo Magno s’impadroni del Ducato di Spoleto, i Longobardi negli Abruzzi già erano buoni italiani; i loro nobili occupavano i maggiori feudi di città e di campagne, e longobardi erano gli Abati de’ ricchi Cenobii ed i Vescovi delle vaste diocesi. Nè i Franchi, che in quelle regioni s’introdussero, non da popolo affollato, ma da signori e governatori, impiantandovi nuova nobiltà, distrussero il fitto e solido strato longobardo messo negli Abruzzi da secoli.

I castaldati, occupati da’Franchi, presero il titolo di contee al tempo di Ludovico II. imperatore. Fra i tanti tiranni feudali, quelli di maggiore importanza furono i Conti dei Marsi, Comites Marsorum, che signoreggiarono le contrade dal lago di Fucino fino a’Peligni, con Celano loro sede principale. Pretendevano di discendere da Bernardo primo Re d’Italia, nipote di Carlo Magno. I loro cognomi Bernardo, Oderigi, Teodino, Rinaldo, Trasmondo s’incontrano in tanti atti de’ secoli XI. e XII. Portavano per loro stemma sei verdi monti abruzzesi in campo d’oro. Così i valorosi Marsi, quantunque dominati da schiatte straniere, conser-