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Dopo la morte precoce di Errico VI, imperatore valentissimo e de’ più arditi della sua magnanima stirpe, Innocenzo III. colse il destro onde occupare Spoleto; però il grande Federico II. non esitò di riunire quelle contrade al suo dominio italiano. Degli Abruzzi Egli per il primo fece una sola provincia con Sulmona a capo, dove il Justitiariatus Aprutii ebbe sede. Su i ruderi di Amiterno fondò la nuova città di Aquila, la quale prestamente prosperò, e si arricchì di magnifiche chiese, e divenne una delle più importanti città di cui oggi l’Abruzzo si vanti.

Siccome questo paese e il Sannio chiudevano ed aprivano le communicazioni con le Puglie e con Napoli, la lotta degli ultimi Hohenstaufen con Carlo di Anjou, intruso dal Papa sul trono delle Due Sicilie, ivi necessariamente doveva trovare la decisione finale. Manfredi Re ebbe a soccombere sotto le mura di Benevento; due anni dopo presso Scurcola e Tagliacozzo, nella terra de’Marsi, l’infelice Corradino tragicamente perdette la corona degli avi, ed in seguito la libertà e la vita. D’ora in poi gli Angioini di Francia rimasero eredi dei Normanni e degli Svevi, non più contrastati, se non dalla parte di Casa Aragona, che loro tolse la Sicilia.

Il governo degli Angioini riunì l’Abruzzo al reame di Napoli, formandone una sola provincia, al pari della Capitanata, della Basilicata, della Terra di Lavoro e. v. d. Più tardi l'Abruzzo si divise in