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armi guidati da Roberto di Bassavilla, Conte di Loretello, come riferisce Muratori; imperocché il Conte, che era cugino germano del Re, caduto in disgrazia di lui per opera di Majone, aveva giurato di vendicarsi. Siccome la Città di Teramo, governata dal Conte Aprutino, si conservava fedele al legittimo Monarca, venne da Roberto devastata e distrutta. Nell'anno appresso, 1156, il Conte di Loretello avea abbandonato l’Abruzzo, e quindi la Città di Brindisi, occupata da’Greci, per l’appressarsi di Re Guglielmo, ritirandosi a Benevento.

La ribellione dunque di Roberto e la distruzione di Teramo avvenne, per le ricordate ragioni, nel 1-155: e cosi possiam renderci conto di tutte le concessioni che Guglielmo fece in appresso a Guido, a favore di una Città, che a lui crasi serbata fedele. L’opinione poi di quegl’istorici, i quali pretendono che Teramo fosse stata distrutta nel 15 febbrajo II52 dalle armi di Re Corrado IV, non merita confutazione, imperocché si sa che Corrado mori, «mentre si preparava a venire in Italia per prendere la corona imperiale» 1. Quello che non va messo in dubbio é la visita del gran Vescovo Guido alla Corte di Sicilia, e la concessione che ebbe da Re Guglielmo di potere riedificare Teramo, desolai am a Roberto Comite Loretelli, come si trovava notato in un antico cartolario della Chiesa di Santa Maria a Mare, Città che poi ottenne in feudo, come affermano Muzii. Delfico, N. Palma 2 e Giov. Antonio Campano, il quale scriveva al Cardinale di Pavia: me non praesulem modo civitatis, sed et principem vocant. Idque vetustissimis temporibus inveniunt servatum, quod vastatam bastile incendio urbem, ac funditus deletam, Antistes refecerit, quae res majorum decretis est confirmata et celebrata monumentis 3. Ed il

  1. Intorno a questi avvenimenti v. Muratori, Annali; Romualdo Salernitano, in Cronic. etc.
  2. V. Palma, Storia Ecclesiastica e civile della Regione più settentrionale del Regno di Napoli. Voi. I. Il Palma, come più volte si è da noi ripetuto nei nostri lavori, raccolse immensi documenti per la Storia Aprutina, della quale si rese benemerentissimo.
  3. Epistolarum liber primus. Campano Opera omnia edite del Ferno, Venetiis MCCCCXCIIII. Il Muzii, nella sua storia di Teramo manoscritta, e di cui un esemplare presso di me si conserva, così racconta il viaggio del Vescovo Guido in Sicilia. «Or arrivato il Vescovo in Palermo e trovato il nuovo Re piacevole e pronto a conceder grazie, se gli presentò davanti, et espose che la Città di Teramo della Provincia di Apruzzo (della quale egli era Vescovo) era stata con crudeltà, strage ed uccisione abbruciata e dosolata affatto dall'esercito guidato da Roberto Conte di Loretello, solo perchè i Cittadini volevano servare fedeltà all’imperatore Corrado loro antico Signore. Fu il Vescovo graziosamente ascoltato, ed ottenne, non solo che la Città si riedificasse, ma il Re, senza esserne richiesto, ne fè a lui libero il dono, e che a suo beneplacito ne disponesse, con condizione però che pagasse ogni anno al Regio erario l’adoa, siccome s’usa a questi nostri tempi pagar pei feudi delli Castelli distrutti; ed acciocché con più prestezza la città si riempisse di abitatori, il Re diede potestà al Vescovo di concedere franchizie ed immunità nel modo che egli avria giudicato necessario. Ritornato il Vescovo in Teramo, richiamò quelle genti che stavano nella pianura di S. Angelo, le quali con allegrezza vi vennero, ciascuno accomodando la propria abitazione in forma di capanna nel luogo ove per primo aveva avuto la casa». (Dialogo secondo).