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moti, portico che doveva aggiungere maestà e decoro all'aspetto venerando dell’edificio. Delle tre porte, alle quali si accede per dieci marmorei scalini, che si prolungano per tutta la lunghezza della facciata, quella di mezzo è bellissima, ed è a ragione stimata uno de’ più egregi monumenti di arte della Provincia di Teramo. Sei colonnine, le prime due, sul davanti, rotonde, a spirale le altre quattro, sostengono più archi concentrici a tutto sesto, che, man mano degradando e restringendosi, s’intrecciano mirabilmente, e sono alla vista di bellissimo effetto. Le basi di tutto il gruppo bene inteso di colonne sono in modo disposte, che le due prime vengono sostenute da due leoni in maestoso atto di riposo, a simboleggiare forse la potenza della Chiesa e la vigilanza de’ Sacerdoti. La bella proporzione del disegno, gl’istoriati capitelli, i vaghi fregi, i finissimi lavori d’intaglio, i magnifici festoni di foglie e di fiori, che, separando l’una colonna dall'altra, corrono, tutto in giro l’arco; gli ornamenti di musaico, da’ vivaci colori artisticamente fusi ed intrecciati, i bassirilievi e le simboliche sculture, rendono in tutte le sue parti bella ed armonica questa egregia opera dell’arte cristiana del XIV secolo. Sull'arco della facciata, si eleva un grosso fregio triangolare, al quale l’arco medesimo serve di base, a pietre quadrate, rinchiuso da una semplice cornice: un finestrone rotondo, anche esso di più archi concentrici, adorni di vaghi e bellissimi lavori di scalpello, è posto quasi nel centro del fregio: tre nicchie a sesto acuto con colonnine a spirale e statue di Santi, delle quali le prime due a destra ed a sinistra della base sopra l’arco, e l’altra sopra il finestrone; alcuni angioli in atto pudico e raccolto, d’ingenua fattura; una grande aquila che, in atto di riposo, guarda superba il cielo, sulla sommità del descritto fregio triangolare, completa questa magnifica porta, che presenta cosi un insieme bello e nuovo, non disgiunto da eleganza e da sveltezza. Un largo fregio a musaico ricorda il nome dell’artista:

MAGISTER DEODATVS DE VRBE FECIT HOC OPVS-MCCCXXXII.


Sull'architrave si vedono tre scudi; nel mezzo quello del Vescovo Nicolò degli Arcioni rappresentante un arcione da basto; a destra lo stemma di Teramo, (Teramum) a sinistra quello di Atri, (Hatria) mo-