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tegico, perchè serviva a tenere in freno i detti popoli, ed offriva a’ Romani un breve e diretto passaggio per l’Adriatico. Avanzi di una traversa di questa strada, che probabilmente conduceva ad Interamnia, potrebbero ravvisarsi nel ponte a due ordini di mattoni, che anche oggi si osserva nel luogo stesso, dove forse un piccolo torrente imboccavasi a Castro. Dunque; comode vie ed un porto capacissimo furono i due mezzi principali, che resero fiorenti il commercio e le industri c de’Pretuziani, i quali avevano in Castrum Novum il loro principale emporio. Le due stupende e fertilissime vallate, irrigate dall'Elvino e dal Batino, producevano biade, frumento e derrate di ogni sorta: le colline circostanti, squisitissimi vini, da Plinio, Dioscoride e Strabone ricordati fra i più famosi d’Italia.... vini autem ac frugum uberrima: l) il Collegio de’Centonari 2) rendeva fra noi fiorente l'industria della lana, la quale poi, tinta in porpora nella vicina Truento 3), era inviata ne^ più lontani paesi, a testimonianza della progredita arte nostra; le deliziose rive dell’Adriatico, le di cui acque davano alimento a saporosi pesci, richiamavano nella stagione estiva gran numero di gente, che da ogni parte del Pre-

1) Strabo — Lib. V.
2) Ricordato di sopra.
3) I Truentini usarono l’arte di tingere in porpora, come ne rendono prova le due epigrafi di Marcilio, e di Bucsurio illustrate dal Mozzetti nella citata monografia, resa oggi assai rara: Delle officine porporarie di Truento e Castro Truentino, antiche città de’Pretuzziani. Teramo 1836: la prima dice cosi:

C. MARCILIVS
EROS. PVRPVR/P.
V. VIR. TRVENTI.


e l’altra:

T. BVXVRIVS. T. F.
TRVENTINES. QVIE
COINOM. T. RACALIO
ARTE TECTA. SALVE


Del colore porpora si faceva grande uso appo i Romani: serviva alla pittura, secondo lasciò scritto Plinio, e veniva da’ tintori truentini tratto principalmente dal Murice Brandare, dal Murice Troncolo, dal Murice Tribolo, che si trovano nel Mediterraneo.