Pagina:Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi V1.pdf/78

Da Wikisource.

- 36 -

tuzio accorreva festante a deliziarsi nell’incanto dello splendido cielo, e nel sorriso della circostante natura. E pubbliche terme (delle quali anche oggidì si veggono ruderi) in prossimità del mare rendevano più gradito e salutare a’ Pretuziani il soggiorno di Castro: quivi si riscuoteva un pubblico dazio a profitto della Capitale Interamnia, come da iscrizione riportata dal Delfico prima, dal Palma e da Teodoro Mommsen poi; quivi gl’Interamniti avevano i loro palagi e le loro ville sontuose. Ed a testimonianza della ricchezza, della coltura avanzatissima e della prosperità di Castrum Novum rimangono ancora, rispettati dall’ingiuria del tempo, e più dalla mano spesso vandalica degli uomini, iscrizioni lapidarie, fusti di colonne, avanzi maestosi di fabbriche, capitelli di colore turchino con finezza di magistero intagliati, raccolti con amorosa ed intelligente cura dal Ch. Angelo Antonio de’ Bartolomei; lastre di marmo adorne di arabeschi, una grotta che si vede nella proprietà detta il Concio del compianto Conte di Conversano, di cui la volta,! pilastri e le pareti appartengono a quella specie di costruzione, che i Romani chiamavano — opus signinum; pavimenti di bagni lavorati a musaico, armi, urne cinerarie, casse mortuarie, le quali appartenevano forse a sepolcri^ che gli antichi, con pia costumanza, solevano collocare sulle pubbliche vie; avanzi delle mura, che circondavano Castro e di una pubblica fontana; anfore, lucerne, monete dell’epoca Romana e medioevale, in parte disperse, e parte dall’ingorda avarizia vendute.

★ ★

Scrivere di storia patria in tanta povertà di documenti e di notizie, è pur troppo non agevole impresa. Durante il tempo dell’occupazione militare, i nostri archivi municipali vennero distrutti; le biblioteche, appartenenti a famiglie cospicue, saccheggiate e date alle fiamme; le opere pregevoli di lettere e di arte, rubacchiate e disperse; e così la ricca suppellettile di carte, diplomi, pergamene, memorie manoscritte, che, salvate nelle scorrerie de’ barbari, fra rivolgimenti civili e politici, tanta luce avrebbero potuto spargere sugli avvenimenti, di cui gli Abruzzi furono campo durante il Medio-Evo, miseramente perirono. In tale condizione di