Pagina:Morandi - Origine della lingua italiana.djvu/80

Da Wikisource.
68 origine

per saggio, le prime righe: In nomine Domini. Amen. Ego judice Mariano de Lacon fazo ista carta ad honore de omnes homines de Pisas, per xu toloneu ci [ki] mi pecterunt [per il dazio che mi domandarono], e ego donolislu [donoglielo], per ca li sso ego [perchè gli sono io] amicu caru, e itsos a mimi [ed essi a me]. 1

Secondo il compianto Löwe, appartiene al sec. XI anche una Formula di Confessione, contenuta in un codice proveniente dall’antico monastero benedettino di S. Eutizio presso Norcia, e ora nella Vallicelliana di Roma.2 È una spe-

    tini: per esempio, nel volgare logudorese, la poesia del Madau (1778), in lode dell’arcivescovo Melano:

       Melani nomen celebre
    Cantet superba Calaris,
    Et sarda terra applaudat
    Cum jucunda memoria.

       Ipse venit de nobile
    Et illustre prosapia,
    Et veras etiam glorias
    Occultat pro modestia, etc.

  1. L’originale di questa carta, pubblicata nell’Archivio Storico Italiano (Ser. III, vol. XIII, pag. 363), è a Firenze nel R. Archivio di Stato; e la sua data risulta dall’esservi nominato come vivente il vescovo di Pisa Gerardo, che morì nel 1086 o nel 1089.
  2. Fu pubblicata dal Flechia nell’Archiv. Glottol. (vol. VII, pag. 121-29), e poi dal Monaci nella sua bella raccolta: Facsimili d’antichi manoscritti, num. 19-20. I passi, che qui se ne riferiscono, sono stati collazionati coll’originale dallo stesso Monaci. — “Anche la lingua„ di questo documento, dice il Flechia, “mostra di appartenere al tempo in cui il volgare cominciava ad usarsi nelle scritture ancor peritosamente e più o men misto con latino, morto da un pezzo come lingua popolare, e per conseguenza ad epoca che non dovrebbe discostarsi molto dal 1000. Le peculiarità dialettali del volgare, se non accennano risolutamente ad una spe-