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Il Darwin invece dà una limitata importanza all’influenza dell’ambiente, anzi la riduce, a parer mio, oltre il necessario: tanto è vero che le ricerche più recenti hanno dovuto completare la teoria darwiniana sotto questo punto di vista, in cui era evidentemente manchevole. Il merito scientifico principale del Darwin, ciò che costituisce la forza stessa del moderno evoluzionismo, è l’avere dimostrato che le modificazioni delle forme viventi sono in principal modo l’effetto combinato delle variazioni individuali, dell’eredità e della scelta naturale. L’opera sull'Origine delle specie metteva per la prima volta in luce le analogie strettissime fra le variazioni degli animali e vegetali addomesticati e le variazioni delle specie libere e selvaggie: dimostrava la trasmissione ereditaria dei caratteri acquisiti in forza della variabilità generale delle forme viventi: per mezzo della elezione metodica praticata dall’uomo, illuminava il processo incosciente mercè cui la natura sceglie e mantiene nella eterna lotta per l’esistenza gli individui più adatti. Ora, questi concetti fondamentali del trasformismo darwiniano, per quanto possa ammettersi che il loro valore subirà in avvenire le offese del tempo, resteranno pur sempre nella scienza come principii indiscutibili, come leggi generali del mondo vivente.
Ma non basta; vi resteranno pure altre leggi sussidiarie scoperte dal Darwin, che contribuiscono nella sua teoria a risolvere il complicato problema dell’origine delle specie, e vi resteranno anche quando il trasformismo darwiniano venisse distrutto. L’elezione sessuale, checchè ne dica il Mantegazza e pur riconoscendo che essa ebbe dal suo scopritore un’applicazione troppo estesa, varrà sempre nella scienza a spiegare la più grande parte e la più importante delle differenze caratteristiche del sesso. La scomparsa di alcune forme di elevata organizzazione e la persistenza di altre dotate invece d’un’organizzazione inferiore, non potrà trovar mai altra causa di quella attribuitale colla sopravvivenza dei più idonei e colla trasmissione dei soli caratteri utili alla specie. Così, in quanto alle differenze fra le forme organiche, resta definitivamente nella biologia la legge della divergenza dei caratteri scoperta da Carlo Darwin, mercè la quale soltanto si risolve il difficile quesito del come possano le variazioni individuali divenire gradatamente differenze specifiche, indi differenze generiche, infine differenze di famiglia, di ordini e di classi. E per rispetto all’uso od esercizio degli organi, che nell’ipotesi