Pagina:Morselli - Carlo Darwin, Milano-Torino 1882.djvu/25

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inatteso, un valore del tutto imprevisto. Già vedemmo sorgere nel Darwin il primo germe della sua teoria nell’osservare la distribuzione delle specie organizzate sull’ampia superficie del continente americano e sulle isole vicine. Ma anche dal punto di vista scientifico quelle osservazioni furono estremamente fertili, giacchè lo condussero, sulle orme dell’Humboldt e dei grandi scienziati viaggiatori della prima metà del secolo a spiegare col mezzo della teoria dell’elezione naturale la distribuzione geografica degli animali e vegetali. Le ricerche sull’indipendenza dei caratteri specifici delle forme viventi dalle condizioni climatiche, sui mezzi di dispersione dei germi e degli esseri, sulle faune e flore speciali delle acque dolci e delle isole in rapporto ai vicini continenti, porteranno sempre nella storia dei progressi della geografia biologica il nome del fondatore del trasformismo. Né occorre arrestarsi sulla parte avuta dal Darwin nella scoperta delle leggi più importanti della geologia e della paleontologia: basti la gloria di avere, mercè il concetto della origine comune (filogenesi) spiegata la successione nel tempo e nello spazio di tutte le forme di vita antiche e recenti. Ma anche per rispetto alla tassonomia sistematica, nuovissimo fu il concetto definitivamente acquisito alla scienza per opera del Darwin, che la subordinazione di un gruppo all’altro, la natura delle affinità per mezzo delle quali tutti gli esseri viventi ed estinti sono congiunti in un grande sistema da relazioni complesse, le norme adottate nelle classificazioni, il valore attribuito ai caratteri più costanti e prevalenti, derivano tutte naturalmente dall’ipotesi della parentela comune di quelle forme. Il Darwin scoprì così il vero significato delle parole sistema naturale. Questo sistema diventava genealogico nella sua disposizione complessa, giacchè i gradi di analogia e di differenza acquistati per l’elezione naturale combinata colla legge di adattamento alle condizioni di esistenza venivano espressi coi termini varietà, razza, specie, genere, famiglia, ordine e classe: tutti i grandi fatti della morfologia riuscivano finalmente facili ad intendersi; e il principio delle variazioni trasmesse per eredità portava la luce nei più oscuri problemi dell’embriologia e della teratologia.

IV.

Sono corsi oramai ventidue anni dalla pubblicazione dell’opera immortale sull’origine delle specie, e noi possiamo oggi apprezzarne