Pagina:Morselli - Carlo Darwin, Milano-Torino 1882.djvu/45

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che il fenomeno geologico, per così dire, banale dell’humus è collegato alle funzioni digestive ed a speciali attività chimico-meccaniche di vilissimi animali. Oggi nessun acquisto della scienza ci par più semplice e facile di questo, che ci mostra la dipendenza mutua di tutti i fenomeni della natura e ci fa assistere al concatenarsi inscindibile di fatti così disparati, come sarebbero lo sviluppo di interi strati terrestri, il denudamento delle montagne, la formazione dei prati, la germinazione delle piante, la conservazione dei monumenti, il trasporto dei germi morbigeni e dei miasmi alla superficie del suolo. Si può dire anzi che coi costumi dei vermi si rannodano anche alcuni fatti elevatissimi del mondo umano, per esempio l’agricoltura, l’archeologia, la storia, l’igiene; donde la conclusione meravigliosa che la nostra civiltà non avrebbe forse potuto svolgersi senza l’azione secolare di questi infimi mangiatori e trituratori di terra. In quanto poi alle ricerche del Darwin intorno ai costumi dei lombrichi, io dirò solo che esse eguagliano, se non superano, quelle ritenute oramai classiche dell’Huber sulle formiche e sulle api: certo sono superiori ad esse per quella serenità nell’osservare e cautela nel dedurre, che mancarono talvolta all’immaginoso entomologo. Si leggano le pagine dedicate allo studio delle funzioni mentali dei vermi: esse mettono in evidenza l’ingegnosità, l’acutezza e la pazienza colle quali Carlo Darwin procedette sempre nell’osservazione diretta della natura e nello sperimentare.

Io nulla dirò delle altre memorie che il Darwin, durante la sua lunga e laboriosa esistenza, ha pubblicato di quando in quando nelle effemeridi inglesi. Esse trattano sempre di argomenti relativi alla teoria dell’evoluzione, e in gran parte vennero poi incorporate nelle sue opere maggiori. Ma il loro numero non corrisponde a tutta l’attività scientifica del Darwin: se questi avesse voluto, per ogni fatto o legge speciale che veniva disco- prendo, pubblicare una memoria, ne sarebbe nata un’inutile dispersione dei concetti generali su cui sono fondate le sue dottrine. Però la grande operosità del Darwin, sebbene spesa durante gli ultimi anni nel comporre le voluminose opere già accennate, trovava modo di manifestarsi anche per mezzo di brevi articoli, i quali ci provano com’egli seguisse incessantemente i progressi delle scienze biologiche, in particolar modo per le parti relative ai suoi studii. Chi legge la Nature ricorda la grata sorpresa che causavano di tempo in tempo le lettere di Carlo