Pagina:Narrazione, e disegno della terra di Prato di Toscana.djvu/24

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20 NARRAZIONE DI PRATO

di rifarla, non già fra le rovine del primo sito, cosi poco avventurato; ma in un’altro più vago, e più spazioso, cioè in un Prato, pollo sù la riva dello stesso fìumicello, Bizentio, e cosi edificata, che l’hebbero, non volsero poi altrimenti questa habitazione chiamarla dall’antico nome; ma dal luogo, in cui erano stati posti i sua primi fondamenti, Prato la nominarono, ed è hoggi una delle quattro Terre nominatissima d’Europa, come habbiamo detto innanzi. E se bene di queste tre d’Italia, vedute dallo Scrittore si può concedere, che Barletta, con tanta gran nobiltà del gran consalvo, sia la più forte, e che Fabriano sia la più piena, e la piu popolata, nondimeno quanto alla vaghezza del sito, quanto alla bellezza de gli edifici, e delle strade, e quanto alla polizzia Prato per suo avviso si dee dire, che tutte a due l’altre avanzi, di Mompellieri, non l’havendo veduto, non ha, che dire, se non, che men molto commendato da frequenti Capitoli generali dell’Ordine suo, forse per la comodità del sito, ritrovandosi Monte Pesulano, overo Mompellieri, quasi nel mezo de’ Reami di Spagna, d’Inghilterra, di Francia, e d’Italia; Ma tornando a Prato, Terra oggi d’ottocento in mille fuochi, essendo stato nella maniera detta riedificato, fu poscia da Federigo Barbarossa Imperadore Germano fortificato, come una nuova Rocca, che fino al dì d’oggi per-


severa,