Pagina:Narrazione, e disegno della terra di Prato di Toscana.djvu/36

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32 NARRAZIONE DI PRATO

alto, in volta, co’ merli, che vi si va per di dentro, coperto, e scoperto sotto, e sopra, fatto da Fiorentini l’anno 1353. nel quale occuporno la libertà a detta Terra, come s’è detto, e come racconta Matteo Villani nella sua Cronaca, cap. 90. a c. 283. e vi tenevono guardia di soldati, ed oggi n’è Castellano un’altro Pratese, che era Staffiere del Gran Duca Francesco, nomato Alessandro Lazzerini; per sopranome il Mancino con buona provisione, e paga annuale; quale baluardo, e bastione tira, e scortina fin’all’altro bello, e grande, detto di S. Trinita, dov’e la porta, che va al Poggio a Caiano; e a monti di sotto, verso Carmignano, e Empoli, quale tira, e guarda tutta la cortina, e facciata delia muraglia, ch’è molto lunga fin’all’altro, bello, e grande bastione, nuovo, e moderno, detto de’ Mannoni, ò della Rocchetta, fatto alla moderna, che quasi sembra una fortezza con le sua cannoniere, parapetto, e merli alla Franzese, il quale guarda dall’altra banda verso Tramontana, fino all’altra porta, che và a Pistoia, che ha una piattaforma antica, per picciola, assai garbata, e bella, tutta detta porta coperta, e imbullettata di ferro, e cosi quella di S. Trinita, e detta piattaforma scortina si guarda fino all’altro bastione, detta delle Civette, pure grande, e ragionevole, terrapienato, come gli altri, che quasi sono poco meno, che tutti forni-


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