Pagina:Neera - Addio, Firenze, Paggi, 1897.djvu/127

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addio! 113


sopra di quei raggi scorgesse l’infinità di altri mondi; fece un movimento per alzarsi, ma ricadde colle mani tese in avanti, la pupilla velata, freddo cadavere nelle mie braccia.

Triste come la vita: disse un poeta.

Le gioie vi sono scarse, frequenti i dolori, e mentre le prime sorvolano senza lasciare traccia, schifi leggieri su di un mare tranquillo, i secondi come nave sbattuta dalla tempesta gettano sulla riva le sfasciate loro rovine.

Sul cammino dell’esistenza procedo oramai sola, fra due morti.

Un nome terribile e caro osa salirmi qualche volta dal cuore alle labbra.... ma voi mi perdonate, o Signore, perchè conoscete il mio sacrificio!

Vivevo così ritirata anche prima, che non ebbi bisogno di dare nuovi ordini!

Nella solitudine più perfetta mi scorreva il tempo pensando a coloro che io avevo amati e perduti.... e a colui che tentavo strapparmi dal cuore, inutilmente.

Dov’era? Conosceva i miei casi? Mi amava