Pagina:Neera - Addio, Firenze, Paggi, 1897.djvu/22

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8 addio!


vita integerrima egli primeggiava fra tutti gli altri ufficiali; una onoratissima carriera gli si schiudeva davanti — era prediletto dai superiori e gli inferiori lo amavano perchè buono e indulgente.

Un solo dispiacere turbava qualche volta la pace della nostra vita intima.

Dopo due anni di matrimonio io non aveva ancora la speranza di diventar madre.

Il colonnello affettava di non parlarne, ma in segreto soffriva — ed io pure.


Noi vivevamo in una agiatezza che confinava col lusso. I gretti pensieri dell’economia non gettavano la loro prosa orribile sulla poesia del nostro matrimonio — eravamo felici e ricchi.

Sì, lo ripeto — mai due esistenze raccolte sotto l’egida dell’amore, trascorsero giorni più placidi, più sereni — e lo ripeto non per confortarmi, ma per un’amara voluttà di tormento che mi fa più acre e insopportabile il rimorso.

Egli era nobile, leale, generoso... ed io l’ho indegnamente tradito. Ah! la mia espia-