Pagina:Neera - Addio, Firenze, Paggi, 1897.djvu/31

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addio! 17


Mai la mia immaginazione erasi eccitata in tal modo.

— Valeria! — chiamò dolcemente la voce di mio marito.

Mi scossi e rialzai il capo.

— Ti senti male?

— No, amico mio.

Le tenebre si addensavano sull’orizzonte; chiusi la finestra e accesi i lumi.

— Vuoi uscire, Valeria? La sera è bellissima.

— Ti ringranzio, mi sento stanca.

— Io ti terrò egualmente compagnia.

Un impeto di tenerezza mi spinse a gettargli le braccia al collo.

— Quanto sei buono, Attilio!

— Buono? — diss’egli sorridendo — no, ti amo.

L’ordinanza del colonnello entrò portando lettere e giornali.

Intanto che mio marito leggeva la sua corrispondenza, io apersi i fogli cittadini e percorrendo con occhio indifferente le notizie del giorno fui colpita dall’annunzio di un duello.