Pagina:Neera - Addio, Firenze, Paggi, 1897.djvu/35

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addio! 21


Mio marito era venuto a prendermi per fare una passeggiata; accettai la sua proposta, e uscimmo insieme. Alla sera risposi un bigliettino al marchese dandogli le spiegazioni che io sapeva; — ebbi cura di adoperare il suo medesimo stile grave e laconico; ma per quanto facessi, non potei imitare la calligrafia che era di una eleganza squisita e tutta aristocratica.

Due giorni dopo mi trovavo sola — un po’ annoiata anche — quando il domestico d’anticamera mi annunciò il signor marchese Lit***.

Ero lungi dall’aspettarlo, non potei frenare un tremito che attribuii alla sorpresa. Mi composi però subito a freddezza pronunciando con calma la parola d’ordine:

— Fate passare.


Egli entrò — mi parve tutt’altro uomo. Di mezzana statura, ma di forme eleganti e di modi gentili.

Il suo volto pallidissimo non aveva barba; solo due baffi neri gli ombreggiavano il vermiglio delle labbra. Le occhiaie infossate,