Pagina:Neera - Duello d'anime, Milano, Treves, 1911.djvu/105

Da Wikisource.

— 93 —

Il suo avvenire? Ella non osava pensarvi in que’ giorni di indicibile tristezza, mentre soffriva di un male sconosciuto, oppressa dalle quattro meschine pareti che a volte sembravano soffocarla. Tuttavia voleva esser forte; e che Filippo sopratutto non si accorgesse delle sue pene.

La settimana prima di Natale nevicò abbondantemente. Le acque del Naviglio torbide e dense scorrevano con lentezza fra le due rive coperte di neve, i rami secchi degli alberi scomparivano sotto la neve, i tetti delle case ne erano sovraccarichi e il cielo bianco, fioccoso, ne minacciava ancora. Minna che aveva dovuto uscire per le sue commissioni rientrò intirizzita, lagrimosa per il gran freddo e contrariamente al solito trovò Cònsolo che discorreva colla sua compagna.

— Egli — spiegò subito costei — mi avverte che va in famiglia a passare le feste.

— Mia madre me ne ha pregato — soggiunse Cònsolo rispondendo a uno sguardo interrogatore della fanciulla e disse ancora scherzando: — Con questo freddo forse non mi invidia. Mi pare ch’ella abbia molto freddo.