Pagina:Neera - Duello d'anime, Milano, Treves, 1911.djvu/132

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tutte le fedi, tutte le promesse, e il mondo crolla intorno a noi, e la società ci ripudia, e la persona alla quale tutto abbiamo sacrificato ci ride in volto?

— Neppure allora. Non abbiamo ognuno di noi un mondo nostro nella nostra anima?

Stello la guardava ora con un sentimento prossimo alla venerazione. Quale grande bellezza gli si veniva rivelando?

— Tuttavia — soggiunse con umiltà deferente — se la croce è troppo grave, se si cade, e nessun Cireneo è presso a noi, se siamo soli di fronte all’abisso, chi ci sorreggerà?

Una violenta lotta interna agitava Minna. Chino su di lei Stello se ne inebriava come dinanzi ad un’anfora che pur chiusa esala un divino profumo. E dolcemente incalzando:

— Chi la sorreggerebbe, lei, così sola?...

Minna, con un grido che la trasfigurò tutta accendendole negli occhi una fiamma non mai vista, rispose colla sicurezza di una inspirata:

— Io!

E Stello, il giovane entusiasta, raccolto