Pagina:Neera - Duello d'anime, Milano, Treves, 1911.djvu/139

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riafferrando con slancio l’occasione di prolungare un colloquio che lo interessava straordinariamente, spinto anche dalla fiducia che gli veniva nel contemplare l’anima limpida di Minna, disse:

— Vuole saperlo? è tutta una storia.

E come Stello si accingeva con naturalezza alla confidenza, Minna trovò pure naturale di sospendere il lavoro per prestargli seria attenzione, attratti tutti e due dal pendio innocente dove due freschi rivoli fratelli confondono le loro acque a mescere i loro cuori somiglianti.

— Le ho detto che sono un trovatello. Per mia ventura fui raccolto da una buona famiglia che non rese troppo dura la mia prima infanzia; ma appena varcai i dieci anni la sete del sapere mi prese così fortemente e mi si svilupparono sogni, desideri, aspirazioni talmente in contrasto con tutto quello che mi circondava da rendermi assolutamente infelice. Forse ella ha un’idea di ciò?...

— Dica che non conosco altro — corresse la voce profonda di Minna.

— Conosce la tristezza di una gioventù