Pagina:Neera - Duello d'anime, Milano, Treves, 1911.djvu/202

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Se Minna tentava di avviare il discorso sopra soggetti elevati, verso quelle regioni intellettuali che sole l’avevano spinta ad amare Cònsolo, egli la rimetteva invariabilmente con un gesto, con un monosillabo, con uno sdegnoso alzare delle sopracciglia così lontana da lui che una zona di ghiaccio sembrava avviluppare il cuore di Minna e la sua ragione smarrita, confusa, andava chiedendosi invano: perchè?

Intanto ella leggeva nei fogli, nelle Riviste che affluivano in casa, gli elogi incondizionati alle virtù di Filippo Cònsolo.

Raramente, si diceva, un ingegno elevato come il suo andava congiunto a tanta serietà di intenti, a tanta saldezza di carattere. Esso era l’uomo che il paese attendeva. Una fitta schiera de’ suoi allievi, di coloro che si erano inebbriati all’idealismo un po’ aristocratico e intransigente delle sue lezioni, ne sostenevano con vivacità la candidatura al Parlamento, facendosi quasi un merito di perderlo come maestro per offrirlo alla patria in qualità di campione.

Anche i giornali stranieri, quelli stessi che si erano occupati di Filippo Cònsolo in