Pagina:Neera - Duello d'anime, Milano, Treves, 1911.djvu/279

Da Wikisource.

— 267 —

— Confido in Dio.

Stello esitò un istante sulla soglia dell’uscio. Gli sembrava di avere altre cose a dire per il bimbo, per Filippo. Balbettò invece ancora: «Buona notte!» e uscì a precipizio.

Rimasta sola accanto al figlio addormentato Minna cercò di riafferrare quel dolce torpore che l’aveva invasa in prima sera; cosa che non le fu possibile. Troppi sentimenti affluivano al suo cuore e vi cozzavano in stridenti contrasti. L’ironia del destino le si presentava ancora una volta nella forma crudele di una offerta che ella non poteva accettare. Un sospiro profondo e tenero le sollevò il petto: Povero Stello!

Ma il suo proprio dolore, il tiranno di tutti gli istanti, voleva la sua preda. Dovette ritornare ad esso.

Abitualmente Filippo o non usciva o rincasava presto; solo da qualche giorno le sue assenze si prolungavano, nè Minna fino allora vi aveva fatto caso, ma dalle poche parole pronunciate da Stello quella sera la sua attenzione era stata ridesta ed ora cercava di spiegarsi le nuove abitudini di Filippo.