Pagina:Neera - Duello d'anime, Milano, Treves, 1911.djvu/300

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rôca dove ancora si drizzava come in un’ultima difesa l’imperio della sua volontà:

— Manda a Serpilli, subito, a Serpilli.

Minna ricordando in qual modo improvviso fosse morta la sua vecchia compagna si curvò piena d’ansia sul corpo del marito che giaceva esanime. Filippo respirava, era vivo. Tuttavia qualche cosa che non si vedeva, che pure era giunto e che riempiva la camera di un brivido pauroso diede a Minna la visione lucida dell’al di là; e ancora una sùbita tenerezza le sconvolse il cuore dinanzi allo sfasciarsi di tanta forza, uno struggimento, un’ansia di interrogare, di discendere negli abissi di quella sfinge che stava per sparire senza avere rivelato il suo segreto.

Come doveva essere tremenda la passione dell’uomo che agonizzava sotto i suoi occhi! Ella ne spiava le tracce sul volto contratto. Non forse egli aveva lottato disperatamente colla sua ambizione, e l’ambizione lo aveva travolto e moriva, forse, forse moriva di questo atroce conflitto? Poteva la sua piccola anima femminile, la sua dolce anima di amante comprendere ciò? Era si-