Pagina:Neera - Duello d'anime, Milano, Treves, 1911.djvu/51

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teressante che non qualsiasi compagno di viaggio.

Sulla intima profonda soddisfazione della vittoria che raddoppiava le sue forze vitali, Filippo pur rattenendo il freno alla fantasia giudicata da lui un elemento inferiore, veniva costruendo le prime traccie di un avvenire oramai al sicuro dalle meschine preoccupazioni finanziarie. Sobrio, austero, parco nei desideri, la ricchezza col suo corteo di lusso e di godimenti non aveva mai fatto parte dei suoi sogni; tutto preso nelle cose dello spirito la sua ambizione oltrepassando le barriere dei piaceri mondani mirava a conquiste ben altrimenti superiori, più acri e più difficili. Tuttavia anche il denaro è una forza. Egli lo sapeva e si rallegrò di poter aggiungere questa alle altre, al servizio delle altre.

A un tratto uno de’ suoi compagni che stava leggendo un giornale del mattino comprato alla stazione disse alla signora:

— Il premio internazionale delle centomila lire lo ha vinto un certo Filippo Cònsolo.

— Che premio? — chiese sbadatamente la signora.