Pagina:Neera - Iride, Milano, Baldini, 1905.djvu/46

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Il giorno seguente non potei recarmi alla villa. Gli affari e una quantità di occupazioni relative al matrimonio mi rubarono tutto il mio tempo — no, diciamo meglio, me lo comperarono pagandomi con un po’ d’oblio. Nel mettermi a letto alla sera ero stanco ma calmo, e quando sotto i primi raggi del sole presi la strada della villa mi sentivo leggero e felice.

Le donne hanno pur ragione di dire che l’amore degli uomini è composto metà di orgoglio e l’altra metà d’egoismo — raro esempio coloro a cui sfugge qualche frazione da consacrare all’affetto puro.

Preso dalla vaghezza del paesaggio e dalla soavità de’ miei pensieri, non affrettavo il passo della mia cavalla; lasciavo che le redini le ondeggiassero sul collo e lasciavo pure ondeggiare la mia fantasia nell’ignoto mare del futuro, mare sì dolce a vent’anni che tutti vorremmo annegarci.

Una sorpresa mi aspettava alla villa.

La principessa era uscita in carrozza con tutte e due le figlie, senza dire dove andava nè quando sarebbe tornata.

Nessun domestico aveva ricevuto ordini speciali. Doveva essere più ammalata del solito la signorina Eleonora perchè il giorno prima non s’era vista e tutta notte la principessa aveva vegliato presso di lei.